giovedì 13 dicembre 2012

Che cos'è la paura?



Cos’è la paura?


In questo post esporrò in maniera semplice quelle che sono le radici della paura e che cosa ci riferiamo quando parliamo usando il termine paura. E’ bene definire che cos’è la paura il cui significato sta per “allontanarsi da sé stessi”. C’è da dire se andiamo a cercare l’etimo di questa parola potrebbe allontanarci dal suo vero significato. Dobbiamo sapere che nei millenni, come ho detto nel mio primo post, il significato vero delle parole è andato perduto a causa del mischiarsi di una parola con un'altra di diversa cultura fino ad intrecciarsi e finendo così per confondersi il significato. Quindi non possiamo limitarci solo al nostro italiano con le desinenze in greco e latino per andare a fondo del vero significato della parola, per fare ciò dovremmo confrontare tutte le lingue del mondo, il che e’ impossibile, ci proviamo.
 Dunque dicevo che la parola paura significa  letteralmente allontanarsi da se stessi e ciò significa che più siamo distanti da noi più ci sentiamo fragili,  impauriti  e cosa da ricordare è che quando siamo distanti da noi stessi, tutti gli altri possono perciò minacciare il nostro stato. E’ molto interessante come questa paura, vista in questo modo, come la definisco io, non può che essere presente in mille situazioni e quasi la maggior parte delle persone hanno paura perchè non sono vicini in casa propria, sono proprio lontani e dovunque si spostano sono sempre lontani da casa loro (da sé stessi). Questo significa una continua insicurezza in ogni cosa che facciamo e tutto quello che scaturisce da noi non fa altro che influenzare il suo prodotto a causa di questa profonda insicurezza, dovuta al fatto che non siamo vicini a noi. E’ semplice da capire, no? Eppure  tutti noi nascondiamo questa paura a lavoro, in ufficio, quando siamo in banca, con gli amici, in famiglia.
C’e’ un sottile senso di paura che ci accompagna sempre.  Quando parlo di paura, non parlo a quella che si definisce un attività  bio-elettrica tale da immergere sangue nelle vostre gambe per scappare  o per attaccare, capite? Non parlo di quei stati di paura che non solo altro che meccanismi di difesa del proprio corpo in situazioni che lo richiedono.
Qui invece si parla di una paura invisibile agli occhi della coscienza e che non sapete di avere. Spesso  questa paura si fa sentire quando credete di essere bravi in qualche cosa e viene qualcuno che reputate migliore, questo potrebbe mettervi in una situazione di difesa ma in verità lui non viene a togliervi nulla di voi, siete voi che  vi sentite minacciati dalla sua presenza. Questa paura di cui parlo può succedere a lavoro, in un centro di formazione, con gli amici quando si gioca a pallone o chissà quale cosa, dovunque. Quello che voglio dire e’  se una persona torna in casa propria, dentro di sé sta sicuro e nessuno mai potrà minacciare le sue mura dandogli fuoco, capite la metafora? Invece che fate vi ingelosite se vedete delle qualità migliori nell’altro o vi sentite sconfitti e vi dite che non avete imparato bene la lezione. Queste non sono che prove. Dimostrano che siete in uno stato di perenne paura per voi e per quello che gli altri e tutto l’ambiente, potrebbero farvi. Quindi fuori e’ minaccioso, fatto da mostri, da grandi cannibali e vige la legge suprema che dice “Mors tua vita mea”. Per carità, ancora con questi discorsi! Eppure la società di oggi e’ cosi, siamo una società molto competitiva  e ne andiamo fieri dopotutto, come ben sa la sociologia. Questa disciplina ha notato che in diverse culture esistono quelle più cooperative dove è l’unione a fare la forza e altre culture,come lo potrebbe essere quella anglosassone, sono più competitive in quanto la vera forza, per loro, sta in quella condizione per cui i soggetti competeranno tra di loro, andandosi così a migliorare l’un l’altro. Puntare ad essere il migliore e’ un obiettivo nobile, ma migliore rispetto a chi? Capite dov’è l’inganno? Migliore rispetto a chi? Perchè se vi metterete a fare un confronto con gli altri allora si che resterete fritti senza speranze, perchè ci sarà sempre qualcuno che sta in uno scalino più alto di voi. Se volete essere i migliori in qualcosa dovete inizialmente ritornare a casa vostra e con questo voglio dire che dovete appropriarvi di voi stessi e conoscervi. Questo significa sapere chi siete, cosa volete fare  e che obiettivi avete a prescindere dalla situazione che vivete. Detto questo,  e’ utile sapere che non c’e nessuno migliore di voi in quanto voi avete una singolarità e un unicità che vi contraddistingue da tutti. Quindi, invece di fare i soldatini provate  a fare qualcosa a partire da voi e soltanto da voi. Solo lì sarete i migliori in quello che fate, ma se prendete un metodo di uno, lo stile di uno perché bravo o perché viene idolatrato, allora non sarete che copie e dovrete fare i conti per sempre con queste persone e con chi potrà sfidare la vostra interiorità fragile. Capite allora cosa dovete fare per eliminare quel sottile senso di paura che vi rende insicuri a lavoro, con gli amici e dovunque vi sperimentiate, in qualsiasi situazione della vita? Se non curate questo aspetto, si presenterà in mille situazioni della vostra vita e vi seguirà per sempre fin quando non vi accorgerete di questo.  Detto questo vi lascio con una domanda. “Alla luce di tutto ciò, che cosa posso fare per non avere più questa paura e quali interventi posso adoperare affinchè ritorni in casa propria?”. Questo lo dico, non c’e’ una ricetta, in quanto ognuno è diverso dall’altro e lo sono diverse le situazioni in cui si presenterà nella vostra vita e di solito non ne siete coscienti. Per cui spetta al lettore operare della modalità a lui più confacenti per il proprio ritorno  a  quella sensazione di sicurezza  come quando era stretto dalle braccia della madre. Con questo vi dico grazie. Alla prossima!





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