lunedì 5 agosto 2013

Luigi Calvo "Dai silenzi"


                                                             LUIGI CALVO "Dai silenzi"
 
 
 
Buongiorno a tutti,

dopo tanto tempo e tanti impegni che mi hanno allontanato dal blog, riapro uno spazio di riflessione personale su un mio lavoro musicale autoprodotto. L’album musicale si intitola “Dai Silenzi”

 E’ stato registrato nel 2011 presso L’associazone Culturale “Iblea Orchestra” di Ragusa. Contiene 11 brani, scelti e selezionati,  frutto di una serie di composizioni realizzate tra il 2007 e il 2011.

 L’occasione per registrare quest’album si è presentata alla mia laurea, grazie alla buona trovata di alcuni miei amici di racimolare dei soldi per farmi registrare i miei brani.
 
Credo sia stato tra i i regali più originali e  carini che mi siano mai  stati donati, anche perché questo regalo mi impegnava così a selezionare e migliorare la scelta delle mie composizioni.

 A quei tempi, solo sulla rete, si poteva presentare l’occasione di potermi ascoltare.  Accusavo una certa timidezza aggiunta a un elevato auto-iper-criticismo che non mi permetteva la tranquillità di esibirmi in locali o sale da concerto.
 
Infatti, nonostante la pressante richiesta di alcuni miei amici di fare dei concerti, rimandavo sempre per questa paura di non essere “abbastanza” e per alcune mie considerazioni a confronto di  alcuni standard pianistici,pregio dei conservatori italiani, che mi facevano sorgere dei dubbi riguardo il valore artistico delle mie sudate e ricercate composizioni.
 
Ero un compositore autodidatta che non aveva fatto altro che mettersi a comporre fin dai primi approcci con il pianoforte. Non avevo studiato i grandi classici, gli incessanti esercizi di eleganza sullo scioglimento delle dita, il solfeggio e così via...la tecnica me la sono fatta da solo sul pianoforte con qualche suggerimento di mio padre, maestro di pianoforte e direttore corale. 
 
 Ho comunque condotto uno studio e una ricerca del tutto personali riguardo il pianoforte e la musica in generale che fino ad ora non si è fermata. I miei primi aprocci intenzionali al pianoforte e alla composizione iniziarono a 12 anni. A quei tempi  componevo di continuo e alcune provavo a ripeterle, molte sono andate perdute nel dimenticatoio 1) perché non avevo l’abitudine di registrare mentre suonavo 2) perché non mi mettevo a scriverle

Solo a partire dal 2007 iniziai ad avere un aproccio più serio, più laborioso cercando di registrare, ascoltarmi, aggiustare alcune cose, scriverne gli spartiti.

La mia ricerca in musica è stata sempre riflessiva, intimista e lenta senza nutrire una passione per il palcoscenico. Solo in questi ultimi 3 anni, a parte qualche esibizione passata con delle band rock, si sono presentate occasioni sporadiche in cui mi sono esibito eseguendo alcuni brani di altri autori e miei.
 
Da quest’anno ho deciso di stampare quest' album e di presentarlo grazie all’occasione di alcuni concerti. Potrei dire molto di quest’album, è prettamente autobiografico e ho cercato di curare ogni aspetto che riguardasse la grafica, i disegni, l’arrangiamento, la scelta della disposizione dei brani, la fotografia, i testi, i suoni. Nonostante ciò, non sono per niente soddisfatto e solo 1 tra le 11 dell’album, l'apprezzo pienamente per come l'ho interpretata. 

 
Ringrazio Lorenzo Manganaro,  un fonico paziente e bravo  che nonostante a quei tempi
 non disponeva di apparecchiature di altissima qualità, ma è riuscito comunque a realizzare un suono discreto che alle volte quel verticale sembra quasi un coda!

Per quanto riguarda
quello che ci sta dentro e quel che
potrebbe suscitare all'ascoltatore
non sta a me dirlo, per tanti anni mi sono autocriticato, la critica ora la lascio a chi di professione e a tutte le orecchie di chi si presterà ad ascoltarlo. Di nuovo, grazie!
Luigi  

Per ascoltare alcuni dei brani:
https://myspace.com/luigicalvo/music/songs

https://soundcloud.com/luigi-calvo


 

domenica 3 marzo 2013

Internet può darci la giusta informazione riguardo quella che noi definiamo realtà?



Internet può darci la giusta informazione riguardo quella che noi definiamo realtà?

 

Cari miei amici lettori, ben ritrovati e vi auguro buon mese di Marzo. Con questo argomento voglio cercare di mettere a fondo quelle che sono essenzialmente  le prassi comunicative che, da un decennio a questa parte,  stanno prendendo mossa su internet. Questo lo dico come puro osservatore della mia realtà con nessuna fonte o articolo di giornale scientifico che voglia dimostrare,secondo  chissà quale statistica, la veridicità di una cosa rispetto a un’altra.  Parliamo proprio di questo!
Che cos’è la verità e che cos’è la realtà al giorno d’oggi? e come potremmo infine intenderla una volta per tutte?  C’e’ una legge suprema, c’e’ una verità suprema, c’e’ un detto supremo?
C’è una legge che dice più o meno  che quello che sta in basso sta in alto e quello che sta dentro sta fuori. Questa legge mi piace molto ed e’ la legge dell’analogia di Ermete Trismegisto, un grande saggio che aveva capito che la verita’ non può essere propinata  fuori  ma bisogna prima di tutto cercarla dentro.  Ma se dentro è fuori  e  fuori e’ dentro,  come posso sapere se la mia realtà interna e quella che mi si propina fuori sia fittizia? Bella domanda, un bel quesito, un bel dilemma.
Qui sta la frontiera che bisogna  travalicare se si vuole cogliere una verità  che può essere solo sentita e non creduta perché un giornale ci mostra la fonte o perche’ ci parla il tg4   con Emilio Fede  o altri suoi  colleghi non di meno in quanto lecchinaggio e faccia tosta.
C’e’ da dire che ora come non mai l’informazione vera si e’ persa, non esiste più una vera diffusione…ma mi chiedo io quando mai c’è stata. Non c’è mai stata una notizia vera, per lo meno e’ sempre esista una notizia, un fatto oggettivabile documentato con telecamere, foto e da cui questo –fatto- parlava gia’ da sé…come omicidi, rapine, uccisioni-…. ma chi siamo noi per discernere cos’è davvero male e cosa e’ davvero bene?
Abbiamo la giustizia, abbiamo le leggi che ci dicono cosa e’ giusto fare e cosa e’ sbagliato fare. Queste sono molto chiare se no rischi   procedure civiche o penali  a cui poi dovrai dare testa ad avvocati,  psicologi, giudici ect.
Nella nostra realtà abbiamo definito in questo modo dei parametri che servono alla sopravvivenza della specie, al “rispetto” di certe norme per la comune convivenza, questo va bene, e’ giusto ma non possiamo definire cosa sia bene e cosa  male per il semplice fatto che c’e’ qualcuno , un organo sociale, uno stato ha importecelo.
Che cos’è la verità e per l’ appunto che cos’è la realtà? Se la realtà e’ quella che possiamo esperire nella vita di tutti i giorni e riguarda i nostri  sensi fisici come vedere,  toccare, sentire, gustare, sentire freddo, sentire caldo, arrabbiarsi, ridere, ect siamo ben fregati in quanto questa realtà  risulta solo una porzione del 5 %  esattamente collegata all’utilizzo che facciamo del nostro d.n.a,  insomma tutta la nostra espressione che conosciamo e’ solo il 3 % del d.n.a  e tutto il resto che cos’è? D.n.a spazzatura, non serve a niente…
E in quel d.n.a invece c’è  la risposta al fatto che abbiamo un potenziale nascosto, un grande potenziale che ancora  deve essere scoperto, deve fiorire e  ancora non siamo pronti  a far fiorire, no per niente.
Nella nostra vita societaria siamo spinti ad andare sempre giù , giù dove c’è  l’organo sessuale e basta! Certi discorsi  non si possono fare al bar , quando  si sta con amici, quando si parla di politica ect
Siamo in una ruotine che si mozzica la coda, non c’è un evoluzione! Se si ritiene  l’evoluzione  dei computer e della tecnologia sanitaria,comunicativa… siete fregati in quanto  questa tecnologia pian piano  si trasformerà in vere macchine sensienti!
Ci stiamo arrivando, tranquilli, a dei veri cyborg e a questo punto saranno loro a sostituirci se continuiamo così! Profezia delle profezie? Non e’ che ci vuole molto a fare un prospetto di quella che sarà la “realtà” di un domani se continuiamo con questo passo.
Parole come  risveglio interiore, saggezza, bellezza, ascolto, energia, fusione dei sessi, alchimia, fantasia, immaginazione, musica, arte, espressione  umana fanno paura e sono solo rilegate verso quello che e’ di alternativo, di supplementare, di ludico e di ricreativo (magari per ammazzare un po’ il tempo con qualche diversivo). Sapete la musicoterapia e’ una “medicina alternativa” secondo i medici, da questi  viene proposta in situazioni gravi …io mi chiedo  perché non andrebbe sottoposta anche a loro?  Ad esempio?   Questa e’ un mio personale parere, essendo musicoterapeuta ma veniamo al dunque….
Il dunque e’ l’informazione e internet-   qui, su internet, potrete sentire questo e quest’altro e non venire a un capo di niente  onde per cui  succede l’inevitabile, ognuno sceglie la sua informazione,  il suo punto di vista e di vedere la propria realtà  con gli occhi  che gli sono deputati per intendere, vedere, capire, giudicare ect
Il solito detto che quello che sta fuori sta dentro e viceversa, e’ sempre rispettato. Ognuno segue la sua scia sempre e comunque, se quello che vede sia giusto,vero, stupido o offensivo dipende da come  il soggetto percepisce e osserva la sua realtà di essere singolo. Perciò se il soggetto vuole cambiare la qualità  di informazione  deve prima di tutto cambiare la sua qualità interna di essere un osservatore, un ascoltatore, perché non vedrà  altro che suoi riflessi, sue proiezioni che parlano  dentro  di lui e basta.
A questo non siamo ancora pronti ad accogliere, lo so bene, in quando  se davvero cogliessimo alla lettera quello che sto dicendo, ognuno vivrebbe come  in un mondo 3d dove la sua realtà  non e’ altro che creata appositamente per lui  e ognuno sarebbe un giocatore solitario in questo grande video game che ci vede tutti coinvolti  e di cui non sappiamo il perche’ ci troviamo tutti qua.

 Ci troviamo tutti qua per il semplice motivo di vederci l’uno  diverso dall’altro,  ognuno prende caratteristiche uniche  che ci porteranno  all’unita’, questo e’ il segreto, se di segreto può essercene uno, per l’appunto.


E’ molto semplice eppur molto complicato da poter sentire questa cosa che dico in quanto  e’ un processo deputato dalla propria scelta interiore  per come vedere e percepire la propria realtà, per cui  queste cose che dico possono essere  delle mere stronzate, cose esoteriche o semplici confessioni  di un anima che si e’ prima di tutto ascoltata. Fate voi.  A voi il giudizio, a voi giudicare e giudicarvi. Continuate così e andrete avanti e i vostri successori saranno benissimo sostituiti  da cyborg che anche loro assumeranno i vostri stessi comportamenti e chi lo sa? Anche a un cyborg e’ possibile che si auto-rifletta…ovvero si auto rifletta nei propri specchi che non sono altro che la proiezione esterna di tutto quello che questo 5%  di realtà ci e’ dato fino ad ora percepire!


domenica 17 febbraio 2013

Comunicazioni dal Blogger

Periodo di pausa.

A partire da Marzo ci saranno nuovi post.

Buon attesa e grazie mille!

 

L.C


venerdì 11 gennaio 2013

Liberarci

LIBERARCI

In questa vita  non esiste una cosa che non abbia in sè le qualità dell’amore e di tutte quelle qualità che noi pensiamo dell’amore come affiatarci per qualcuno, andare in estasi per qualcuno o desiderare qualcuno ma in questi casi non è amore, è amore  mascherato  da qualcosa che in realtà non è altro che egoistico  e basta. Questi sono i bambini che fanno i capricci, che vogliono e desiderano e basta. Vogliono possedere, vogliono fare esperienza di questo.
  Tutto questo è giustificato dal fatto che sono dei bambini e devono passare in una fase evolutiva che va dall’appropriazione del proprio corpo fino ad appropriarsi degli oggetti esterni, per poi passare man mano a lasciarli andare e così anche permettere più avanti di lasciar andare il proprio corpo che inevitabilmente se ne andrà.
Proprio di questo voglio parlare! Di questo grande blocco  dell’amore, non altro che il possesso. Il nostro più grande blocco risulta il possesso delle cose intorno a noi. Non solo vogliamo possedere le cose come una casa, un lavoro ma ci permettiamo anche di voler possedere le persone, sapete?  “tu sei mia moglie, tu sei mia, staremo sempre insieme perché io ti amo”  Eh già! Ma in realtà  riguardo queste parole,falsamente romantiche, si nasconde una natura altamente possessiva che ha paura di perdere l’amore,la sicurezza,il conforto che gli dava la madre e la famiglia in generale. Queste persone si sentono  sole e hanno paura della solitudine, sono costrette a possedere perché il possesso è l’unico modo di poter stare sicuri e per avere controllo della propria vita..insomma cose normali. Cose trite e ritrite,sapete?  Praticamente  quasi tutti, nella stragrande maggior parte delle persone,hanno questo bisogno ovvero il bisogno di possesso. Questo bisogno poteva andare bene massimo fino ai 10 anni di età  invece non fa che perpetrarsi  fino ad 80 anni o più..fino ad arrivare al letto di morte e solo in quei pochi istanti,quando il soggetto sta per morire, sente che tutto quello che ha posseduto come persone, oggetti, case, soldi lo dovrà lasciare, lo dovrà fare per forza perchè dovrà lasciare il corpo e “ciao ciao e baci a tutti”, “buonanotte ai suonatori”     “la festa è finita”, “il lungo viaggio è terminato”  …cose cosi!
Quando arrivivano in questo stadio terminale, questo tipo di persone si affannano, non riescono ad accettare la morte, il fatto di dover essere costretti a lasciare tutto  oppure si rassegnano, soffrano e accettano la misera condizione umana che “prima o poi bisogna crepare!”. Bene, solo che spesso cosa si fa?  Si spreme fino all’ultimo, è come spremere un frutto fino a che si può, fino a che non resta niente e quando ormai non c’è più niente da fare si butta la buccia. Queste persone fanno così con la loro vita ovvero  arrivano  a possedere  sempre di più e cercando  di nascondere più che possono la loro natura possessiva, priva di amore, fino a quando e quanto possono. Quando poi arriveranno al punto di morte, dovranno dire che il gioco è finito, ormai sono vecchi, hanno compiuto il loro percorso e se ne vanno portandosi  tutte le paure, i blocchi, i traumi (sono le uniche cose che si portano) di questa vita  che poteva essere vissuta  in una maniera eccezionale, molto più leggera, molto  più ricca  invece di  ammazzarsi di lavoro 24 ore su 24 non pensando mai alla famiglia ma solo ed esclusivamente ad accumulare i soldi, a possederli perché grazie al fatto di avere un deposito in banca  da milionario possono assicurarsi di non incorrere nella crisi finanziaria europea e mondiale. Solo possedendo la moglie con un anello e una firma  di dichiarazione al comune, poteva essere sicuro  che avrebbe posseduto la moglie e i figli, dicendo a se stesso“tutto è mio”,“l’auto è mia”, “la casa è mia”, “questo è il mio lavoro”, “questo è il mio terreno”,“ questo è il mio cane”,“è tutto mio! È tutto mio! È mio! È solo mio e di nessun altro…al massimo te lo presto  e chi se lo prende è un ladro, è un cattivo che vuole derubarmi. Vuole minacciare la mia sicurezza” (N.d.a: aggiungerei come un cane con il suo osso).
Sentirsi minacciati è un altro grande blocco conseguente al fatto  di essere nel possesso. Se, infatti, il possesso costituisce una fase  legittima lo è anche  quella di sentirsi minacciati. Per l’appunto il bambino  che vuole possedere  un giocattolo si sente minacciato dall’esterno che  può  derubargli o togliergli quello che è suo (che lui crede e sente sia suo). Come vedete questo processo così naturale, al quanto stupido e infantile  si perpetra   nella vita degli adulti  e  questi “adulti” non hanno fatto altro che spostare il loro oggetto, un giocattolo da due soldi, per spostare questo meccanismo interno in quelle che ora sono automobili lussuose,  un posto di lavoro dove  ripetono a pappagallo tutto quello che  sono stati  istruiti  a dire e a fare, (N.d.a: non portando  nessuna innovazione a quello che fanno, essendo solamente dei funzionari- macchine, per dirla tutta), una moglie, dei figli, degli amici e quant’altro circonda questo tipo di persone.  Spesso possono  essere persone che stanno effettivamente bene sul piano economico, questo senza dubbio ma sono degli schiavi. In realtà non se lo godono il loro denaro, non fanno in modo che il loro denaro e  il loro benessere sia anche il benessere di tutti, non fanno in modo che questa loro “fortuna”  sia d’esempio agli altri! No! Neanche per il cazzo, direi!  Questi qua, hanno milioni di euro in banca ma se li vedreste o se vedreste uno di queste persone, potreste pensare  che è un semplice  funzionario alle poste, insomma uno con uno stipendio statale, normale o sotto la soglia della normalità.  In verità queste persone non sono ricche, lo sono solo materialmente e ci sono riuscite perché non hanno altro che voluto possedere. Il loro obiettivo vitale era possedere. Possedere un sacco di soldi  e solo così potevano starsi seduti, comodi al sicuro e dormire tranquilli la notte ma sempre  con quello strato di profonda paura che prima o poi questo se ne sarebbe andato. Questo non se lo potevano permettere,  allora  non hanno fatto altro che correre ancora di più per «accumulare  e possedere,  accumulare e  possedere»  e poi come sapete, si arriva  alla resa dei conti e fine dei giochi. Forse i figli  o qualche parente lontano si godranno il patrimonio!
Tutto questo per dire cosa? cari miei  lettori del blog. Questo per dire che bisogna , se si vuole incedere  in una qualità migliore e maggiore in termini anche di denaro, di benessere  sociale, lavorativo, affettivo ect  … bisogna  sorpassare questo  grande  e forte blocco dell’amore che è appunto il possesso. Quindi  quando tu, mia cara persona che stai seduta alla tua ora abituale, dalla tua postazione in cui ti trovi, in quella sedia con il tuo computer, è bene che RICORDI, e mi permetto di sottolinearlo,  perché qui non parliamo di qualcosa che dovete acquisire, che dovete sforzarvi  ad imparare  e di cui non  avete e non siete! No! Niente di tutto questo. Bisogna appunto RICORDARSI di quello che già avete e di cui già siete ovvero esseri che per base e sostanza sono amore.  E che è sto amore? Che cos’è  questa parola amore che è stata tanto abusata fino ai limiti del patetico!  Sapete? Film d’amore, film rosa, romanzi rosa, canzoni patetiche, telefilm … niente di tutto questo!Tutte stupidaggini o quasi! Quando parlo d’amore mi riferisco  a quell’unità principale  che parte prima dal corpo  fino a scoprirsi per la sostanza che l’ha generata, mi riferisco quindi ad una componente essenziale quanto principale. Quando parliamo dell’amore parliamo qualcosa di invisibile, di una sostanza impercettibile che c’è e c’è sempre stata  ed alberga in ogni cosa. Questa qualità dell’amore invisibile è quella proprietà che poi ci fa battere il cuore, che ci causa insomma tutte quelle attività  psico-neurovegetative che possiamo registrare in laboratorio e che ci fanno dire che è amore, infatuazione, voglia di scopare  e altro.  Bene, si, è giusto ma solo in parte perché fin quando partiamo dal corpo e da quello che fino ad ora ci è dato di visibile in quanto materia, risulterà sempre un limite. La grande scoperta sta oltre questo, oltre questo grande mare fatto solo di corpo, materia,vista, udito,  tatto, olfatto, gusto, dolore, termo percezione ect. Quello che esperiamo nei nostri 5 sensi e quindi in tutta questa realtà esterna  ed interna, che ci dice  in verità davvero poco di chi siamo, di che cosa viviamo, di cosa stiamo sperimentando e per di più  solo questa piccola parte è quella che costituisce tutto il mondo della scienza qui. La verità scientifica! Sapete i dottori? I psichiatri? Gli psicologici? I finanzieri? O in un altro versante che riguarda l’esperienza umana  come il dolore fisico? Se batti la testa contro il muro ti fai male, questo è vero, esiste. Già la materia, solo la materia! Il dolore  è vero. Sbatto la testa contro il muro, mi faccio male. Quindi il muro esiste e tutto quello che riguardano le energie, l’amore, l’invisibile sono tutte puttanate. Esiste solo la figa ,l’uccello, la riproduzione, la materia, il mangiare, il bere, il sopravvivere, i nemici, lo stato, la guerra, i soldi, i soldi e solo i soldi  e basta. Non esiste più niente! Ovviamente parlo di quelle persone molto inesperte, dei veri principianti con un apparato piccolo di coscienza, talmente  piccolo da non esserci!non c’è coscienza! Per questo non riescono a sentire le qualità invisibili dell’amore che è appunto la coscienza. Quando capite che cos’è la coscienza, dov’è la coscienza, di che sostanza è fatta: il gioco sarà più semplice, sarete sempre incompleti ma da ora in poi forse le occasioni potrebbero essere migliori, più gestibili senza più una stupida lotta contro chi è il migliore, contro chi è il più forte, contro chi arriva per primo ect.
Bisogna necessariamente abbandonare questo sentimento infantile per sostituirlo con l’assenza di  possesso. Assenza di possesso significa che niente più ti appartiene, non ti appartiene  più niente,  niente è più tuo, nessuna cosa è tua e non fai altro che servirtene in verità. Tu ti servi della tua macchina, del tuo lavoro ma non sei la tua macchina e non sei il tuo lavoro. Questo lo dicevano anche in un film se non sbaglio “fight club”, violenze a parte,  di quel film c’erano alcuni messaggi che fanno pensare e di cui bisogna meditare. Ovviamente non mi soffermo sulle sequenze del film, andatevelo a rivedere semmai. Il discorso è corretto e potrebbe aiutarci. Quando noi percepiamo che niente e dico NIENTE ci appartiene, a parte noi stessi con la nostra interiorità e nessuno potrà togliercela, solo fisicamente la morte verrà  poi per trasformarci e portarci da un'altra parte. Un biglietto verso un'altro viaggio da un'altra parte. Quello che conta adesso è vivere qui invece! Ma viversela bene,porca miseria! Per viversela bene, lo dico e lo ripeto. Abbandona il tuo senso di possesso. Incomincia a vedere l’ambiente che hai attorno e dì a te stesso che non è tuo, tu non possiedi quello spazio, lo spazio non possiede te. Il computer che tocchi non è tuo, la tastiera non è tua, il  bicchiere  che hai in mano non è tuo, la macchina non è tua, il lavoro che fai non è tuo, la professione che svolgi non è tua, gli studi che hai fatto non sono tuoi, i genitori non sono tuoi, la persona con cui fai l'amore non è tua, niente è tuo. Lo dovrai lasciare e se lo dovrai lasciare dunque che senso ha, tutto questo possesso? Che senso ha possedere se lo dovrai lasciare? Non potresti semplicemente servirtene solo per un diritto di prestito? Come fai ad esempio per i libri in biblioteca, come quando chiedi a un amico un prestito che dovrai restituire?  Per l’appunto infatti  tutto questo tu lo RESTITUIRAI al momento della morte. Accumula quanto vuoi ma questo lo restituirai che tu lo voglia o no. E’ bene allora dire che sebbene tutto è in prestito non significa che dobbiamo lasciare le chiavi nella macchina o permettere che gli altri si approfittino ora del nostro momento di new age karmica di chissà cosa state pensando in questo momento. No affatto! Voglio dire che è importante mantenere le cose che ci SERVONO e di cui noi ci SERVIAMO per fare quello che dobbiamo fare per SERVIRE qui. Non è meraviglioso pensare così? Noi qui non facciamo altro che servirci delle cose e non facciamo altro che servire continuamente. Quando lavoriamo serviamo, quando guidiamo la macchina ci serviamo della macchina, quindi tutto ci serve per servire e basta! Posso servirmi di una bella barca a vele se mi permetto e lascio che mi arrivino i soldi necessari per lasciare che mi arrivino per la cosa di cui sento di poter servire bene. Se servissi veramente e se fossi davvero in questo stato che “niente è mio ma mi è in prestito”,“ sono qui per servire”,“ sono qui per godermela”, “mi servo delle cose che mi servono per servire” la frittata sarebbe un bel po’ diversa. Non credete? Dico di vivere pienamente questi pensieri fino alla carne, giù fino ad entrare nelle ossa, se ancora vi sentite allo stato di soli corpi. Se servite per la cosa di cui vi servite non potete aver possesso di quella cosa, nessuno viene a rubarvi o meglio a togliervi quella cosa, non avete paura che qualcuno sia migliore di voi, chi venga per primo a scavalcarvi. Non vi importa  un fico secco di nessuno e di tutto questo ambaradan sociale dell’italietta, di questa meschina macchietta dell’europetta, di questa crisi finanziaria gestita dai soliti “cip e ciop” e di tutte le stronzate dei tecnici economisti che si sentono  nelle trasmissioni, non facendo altro che alimentare un clima di schiavitù, povertà e di possesso! Solo di possesso!
Oh ma ragazzi qui se si vuole continuare in questa lettura del blog è così! O si inizia a guardarsi oltre il mare o si rimane  nel mare e ci si affoga come avviene similmente per la camminata dei carboni ardenti … o arrivi oltre questa camminata dei carboni ardenti oppure ti fermi e ti scotti, cadi a terra e ti ustioni ancora di più. Questo è quello che sta succedendo a molti di noi e non riusciamo a trovare la soluzione. Che soluzione si può trovare se si rimane nello stesso punto ad ustionarsi? Nessuna. Si può solo aspettare la morte che viene a liberarvi dai vostri possessi, dalle vostre limitazioni e da tutta la consapevolezza sociale che non ha fatto altro che sfornare schiavi, schiavi e solo schiavi!  
Servire non significa essere degli stupidi, servirsi delle cose non significa per forza darle in prestito. Servire  non significa essere uno schiavo, “un  servitore che lecca i piedi al padrone”. Servire è la forma più alta di lavorare e questo concetto può essere prestato a ogni forma di  lavoro, mansione voi vogliate occuparvi. Spesso cosa si fa quando si lavora? Si fa quel lavoro per prendere la busta paga e poi ciao, a casa e chi c’è, c’è. “Io  devo pur mangiare,  il lavoro che faccio non mi piace, l’importante è la busta paga anche se non è sufficiente con  i momenti di crisi che stiamo vivendo. Fanculo! Qui va tutto a rotoli! La fine del mondo! La fine del mondo”. Bene fin quando si percepiscono questi pensieri che, sapete, possono incorrere più o meno nella mente di tutti, visto quello che fanno i social network, riescono ad instillare un’idea  di recessione molto ma molto convincente a tal punto che tutti ci credono ed ecco che la corsa al risparmio, la paura di investire e tutto miseramente incomincia davvero a cadere. Ma di questo me ne occuperò in un altro post sempre se avrò voglia di trattare argomenti così noiosi che non servono a nulla se non a retrocedere.
Torniamo al discorso di questo post, ovvero  se noi entriamo  in quest’ottica e in questa prospettiva  significa che possiamo  finalmente liberarci dalla schiavitù del possesso. Noi siamo qui sulla terra, sappiamo che tutto lo dobbiamo restituire, tutto c’è in prestito, perfino il nostro corpo marcirà. Bene  fine dei meccanismi di paura,  fine della paura di accumulare, fine  del possesso per tutto. Fine di tutto questo. Quando si è liberi da questi meccanismi da schiavo allora non si soffre più. Lo diceva pure il Buddha se non sbaglio, la via dell’attaccamento  è la via della sofferenza. Attaccamento  e possesso sono sinonimi o quasi ma il processo è lo stesso. E’ un processo che vi fa stringere il cuore al tal punto da non sentirlo più se non  come mera funzione organica che pompa sangue e stop. Capite?  Quindi più vi liberate da questi processi, potrebbero volerci anni o forse tutta una vita ma SE intanto iniziate a togliere strati e strati di possesso, spesso inconsci,più verrà a scoprirsi quello che siete in realtà ovvero  forme invisibili in forme concrete, solide  che si trasformano continuamente e che potete trasformare  a vicenda. Più in voi avviene questo processo più siete tranquilli dentro di voi e allora la sicurezza non partirà dal fatto di avere un conto in banca illimitato bensì partirà dal vostro profondo e se questo avverrà, significherà aver radicato veramente  la parte di sé più autentica al di là di tutte le stronzate, di tutti i bei discorsi da salotto che molti credono mi piace fare qui sul blog e di cui è bello “usare un po’ di fantasia esoterica” e chissà cosa. Io ho visto persone trasformarsi, mi sono visto trasformare e mi chiedo perché voi, lettori, non potete fare altrimenti. Volete le prove di quanto dico? Cercatele, sperimentate questi suggerimenti. Vi potranno derubare, ostacolare e quant’altro voi vogliate che facciano a voi e lì sarà la prova, ovvero quella che riguarda voi al di là di tutti i bei discorsi. Non facciamoci perdere questa occasione. Questa occasione ci sarà data solo se ricorderemo. Grazie