LIBERARCI
In questa vita non
esiste una cosa che non abbia in sè le qualità dell’amore e di tutte quelle
qualità che noi pensiamo dell’amore come affiatarci per qualcuno, andare in
estasi per qualcuno o desiderare qualcuno ma in questi casi non è amore, è
amore mascherato da qualcosa che in realtà non è altro che
egoistico e basta. Questi sono i bambini
che fanno i capricci, che vogliono e desiderano e basta. Vogliono possedere,
vogliono fare esperienza di questo.
Tutto questo è
giustificato dal fatto che sono dei bambini e devono passare in una fase
evolutiva che va dall’appropriazione del proprio corpo fino ad appropriarsi degli
oggetti esterni, per poi passare man mano a lasciarli andare e così anche permettere
più avanti di lasciar andare il proprio corpo che inevitabilmente se ne andrà.
Proprio di questo voglio parlare! Di questo grande
blocco dell’amore, non altro che il
possesso. Il nostro più grande blocco risulta il possesso delle cose intorno a
noi. Non solo vogliamo possedere le cose come una casa, un lavoro ma ci permettiamo
anche di voler possedere le persone, sapete? “tu sei mia moglie, tu sei mia, staremo sempre
insieme perché io ti amo” Eh già! Ma in
realtà riguardo queste parole,falsamente romantiche, si nasconde una natura
altamente possessiva che ha paura di perdere l’amore,la sicurezza,il conforto che gli dava la madre e la famiglia in generale. Queste persone
si sentono sole e hanno paura della
solitudine, sono costrette a possedere perché il possesso è l’unico modo di
poter stare sicuri e per avere controllo della propria vita..insomma cose
normali. Cose trite e ritrite,sapete? Praticamente
quasi tutti, nella stragrande maggior
parte delle persone,hanno questo bisogno
ovvero il bisogno di possesso. Questo bisogno poteva andare bene massimo fino
ai 10 anni di età invece non fa che perpetrarsi fino ad 80 anni o più..fino ad arrivare al
letto di morte e solo in quei pochi istanti,quando il soggetto sta per morire,
sente che tutto quello che ha posseduto come persone, oggetti, case, soldi lo
dovrà lasciare, lo dovrà fare per forza perchè dovrà lasciare il corpo e “ciao
ciao e baci a tutti”, “buonanotte ai suonatori” “la festa è finita”, “il lungo
viaggio è terminato” …cose cosi!
Quando arrivivano in questo stadio terminale, questo tipo di persone
si affannano, non riescono ad accettare la morte, il fatto di dover essere
costretti a lasciare tutto oppure si
rassegnano, soffrano e accettano la misera condizione umana che “prima o poi
bisogna crepare!”. Bene, solo che spesso cosa si fa? Si spreme fino all’ultimo, è come spremere un
frutto fino a che si può, fino a che non resta niente e quando ormai non c’è
più niente da fare si butta la buccia. Queste persone fanno così con la loro
vita ovvero arrivano a possedere sempre di più e cercando di nascondere più che possono la loro natura
possessiva, priva di amore, fino a quando e quanto possono. Quando poi arriveranno
al punto di morte, dovranno dire che il gioco è finito, ormai sono vecchi,
hanno compiuto il loro percorso e se ne vanno portandosi tutte le paure, i blocchi, i traumi (sono le
uniche cose che si portano) di questa vita
che poteva essere vissuta in una
maniera eccezionale, molto più leggera, molto
più ricca invece di ammazzarsi di lavoro 24 ore su 24 non
pensando mai alla famiglia ma solo ed esclusivamente ad accumulare i soldi, a
possederli perché grazie al fatto di avere un deposito in banca da milionario possono assicurarsi di non incorrere
nella crisi finanziaria europea e mondiale. Solo possedendo la moglie con un
anello e una firma di dichiarazione al
comune, poteva essere sicuro che avrebbe
posseduto la moglie e i figli, dicendo a se stesso, “tutto è mio”,“l’auto è mia”, “la casa è mia”,
“questo è il mio lavoro”, “questo è il mio terreno”,“ questo è il mio cane”,“è tutto mio! È tutto mio! È mio! È solo mio
e di nessun altro…al massimo te lo presto
e chi se lo prende è un ladro, è un cattivo che vuole derubarmi. Vuole minacciare
la mia sicurezza” (N.d.a: aggiungerei come un cane con il suo osso).
Sentirsi minacciati è un altro grande blocco conseguente
al fatto di essere nel possesso. Se,
infatti, il possesso costituisce una fase
legittima lo è anche quella di
sentirsi minacciati. Per l’appunto il bambino
che vuole possedere un giocattolo
si sente minacciato dall’esterno che
può derubargli o togliergli
quello che è suo (che lui crede e sente sia suo). Come vedete questo processo
così naturale, al quanto stupido e infantile
si perpetra nella vita degli
adulti e
questi “adulti” non hanno fatto altro che spostare il loro oggetto, un
giocattolo da due soldi, per spostare questo meccanismo interno in quelle che
ora sono automobili lussuose, un posto
di lavoro dove ripetono a pappagallo
tutto quello che sono stati istruiti
a dire e a fare, (N.d.a: non portando
nessuna innovazione a quello che fanno, essendo solamente dei funzionari-
macchine, per dirla tutta), una moglie, dei figli, degli amici e quant’altro
circonda questo tipo di persone. Spesso
possono essere persone che stanno
effettivamente bene sul piano economico, questo senza dubbio ma sono degli
schiavi. In realtà non se lo godono il loro denaro, non fanno in modo che il loro
denaro e il loro benessere sia anche il benessere
di tutti, non fanno in modo che questa loro “fortuna” sia d’esempio agli altri! No! Neanche per il cazzo, direi! Questi qua, hanno milioni di euro in banca ma
se li vedreste o se vedreste uno di queste persone, potreste pensare che è un semplice funzionario alle poste, insomma uno con uno
stipendio statale, normale o sotto la soglia della normalità. In verità queste persone non sono ricche, lo sono
solo materialmente e ci sono riuscite perché non hanno altro che voluto
possedere. Il loro obiettivo vitale era possedere. Possedere un sacco di
soldi e solo così potevano starsi
seduti, comodi al sicuro e dormire tranquilli la notte ma sempre con quello strato di profonda paura che prima
o poi questo se ne sarebbe andato. Questo non se lo potevano permettere, allora
non hanno fatto altro che correre ancora di più per «accumulare e possedere, accumulare e
possedere» e poi come sapete, si arriva alla resa dei conti e fine dei giochi. Forse
i figli o qualche parente lontano si
godranno il patrimonio!
Tutto questo per dire cosa? cari miei lettori del blog. Questo per dire che bisogna
, se si vuole incedere in una qualità
migliore e maggiore in termini anche di denaro, di benessere sociale, lavorativo, affettivo ect … bisogna sorpassare questo grande
e forte blocco dell’amore che è appunto il possesso. Quindi quando tu, mia cara persona che stai seduta
alla tua ora abituale, dalla tua postazione in cui ti trovi, in quella sedia
con il tuo computer, è bene che RICORDI, e mi permetto di sottolinearlo, perché qui non parliamo di qualcosa che dovete
acquisire, che dovete sforzarvi ad
imparare e di cui non avete e non siete! No! Niente di tutto
questo. Bisogna appunto RICORDARSI di quello che già avete e di cui già siete
ovvero esseri che per base e sostanza sono amore. E che è sto amore? Che cos’è questa parola amore che è stata tanto abusata
fino ai limiti del patetico! Sapete? Film
d’amore, film rosa, romanzi rosa, canzoni patetiche, telefilm … niente di tutto
questo!Tutte stupidaggini o quasi! Quando parlo d’amore mi riferisco a quell’unità principale che parte prima dal corpo fino a scoprirsi per la sostanza che l’ha
generata, mi riferisco quindi ad una componente essenziale quanto principale. Quando
parliamo dell’amore parliamo qualcosa di invisibile, di una sostanza impercettibile
che c’è e c’è sempre stata ed alberga in
ogni cosa. Questa qualità dell’amore invisibile è quella proprietà che poi ci
fa battere il cuore, che ci causa insomma tutte quelle attività psico-neurovegetative che possiamo registrare
in laboratorio e che ci fanno dire che è amore, infatuazione, voglia di scopare e altro.
Bene, si, è giusto ma solo in parte perché fin quando partiamo dal corpo
e da quello che fino ad ora ci è dato di visibile in quanto materia, risulterà
sempre un limite. La grande scoperta sta oltre questo, oltre questo grande mare
fatto solo di corpo, materia,vista, udito,
tatto, olfatto, gusto, dolore, termo percezione ect. Quello che
esperiamo nei nostri 5 sensi e quindi in tutta questa realtà esterna ed interna, che ci dice in verità davvero poco di chi siamo, di che
cosa viviamo, di cosa stiamo sperimentando e per di più solo questa piccola parte è quella che
costituisce tutto il mondo della scienza qui. La verità scientifica! Sapete i
dottori? I psichiatri? Gli psicologici? I finanzieri? O in un altro versante
che riguarda l’esperienza umana come il
dolore fisico? Se batti la testa contro il muro ti fai male, questo è vero,
esiste. Già la materia, solo la materia! Il dolore è vero. Sbatto la testa contro il muro, mi
faccio male. Quindi il muro esiste e tutto quello che riguardano le energie, l’amore,
l’invisibile sono tutte puttanate. Esiste solo la figa ,l’uccello, la
riproduzione, la materia, il mangiare, il bere, il sopravvivere, i nemici, lo
stato, la guerra, i soldi, i soldi e solo i soldi e basta. Non esiste più niente! Ovviamente
parlo di quelle persone molto inesperte, dei veri principianti con un apparato
piccolo di coscienza, talmente piccolo
da non esserci!non c’è coscienza! Per questo non riescono a sentire le qualità
invisibili dell’amore che è appunto la coscienza. Quando capite che cos’è la
coscienza, dov’è la coscienza, di che sostanza è fatta: il gioco sarà più semplice,
sarete sempre incompleti ma da ora in poi forse le occasioni potrebbero essere
migliori, più gestibili senza più una stupida lotta contro chi è il migliore,
contro chi è il più forte, contro chi arriva per primo ect.
Bisogna necessariamente abbandonare questo sentimento
infantile per sostituirlo con l’assenza di
possesso. Assenza di possesso significa che niente più ti appartiene,
non ti appartiene più niente, niente è più tuo, nessuna cosa è tua e non
fai altro che servirtene in verità. Tu ti servi della tua macchina, del tuo
lavoro ma non sei la tua macchina e non sei il tuo lavoro. Questo lo dicevano
anche in un film se non sbaglio “fight club”, violenze a parte, di quel film c’erano alcuni messaggi che fanno
pensare e di cui bisogna meditare. Ovviamente non mi soffermo sulle sequenze
del film, andatevelo a rivedere semmai. Il discorso è corretto e potrebbe
aiutarci. Quando noi percepiamo che niente e dico NIENTE ci appartiene, a parte
noi stessi con la nostra interiorità e nessuno potrà togliercela, solo
fisicamente la morte verrà poi per trasformarci e portarci da un'altra parte. Un
biglietto verso un'altro viaggio da un'altra parte. Quello che conta adesso è
vivere qui invece! Ma viversela bene,porca miseria! Per viversela bene, lo dico
e lo ripeto. Abbandona il tuo senso di possesso. Incomincia a vedere l’ambiente
che hai attorno e dì a te stesso che non è tuo, tu non possiedi quello spazio,
lo spazio non possiede te. Il computer che tocchi non è tuo, la tastiera non è
tua, il bicchiere che hai in mano non è tuo, la macchina non è
tua, il lavoro che fai non è tuo, la professione che svolgi non è tua, gli studi
che hai fatto non sono tuoi, i genitori non sono tuoi, la persona con cui fai l'amore non è tua, niente è tuo. Lo dovrai
lasciare e se lo dovrai lasciare dunque che senso ha, tutto questo possesso? Che
senso ha possedere se lo dovrai lasciare? Non potresti semplicemente servirtene
solo per un diritto di prestito? Come fai ad esempio per i libri in biblioteca,
come quando chiedi a un amico un prestito che dovrai restituire? Per l’appunto infatti tutto questo tu lo RESTITUIRAI al momento
della morte. Accumula quanto vuoi ma questo lo restituirai che tu lo voglia o
no. E’ bene allora dire che sebbene tutto è in prestito non significa che
dobbiamo lasciare le chiavi nella macchina o permettere che gli altri si
approfittino ora del nostro momento di new age karmica di chissà cosa state
pensando in questo momento. No affatto! Voglio dire che è importante mantenere
le cose che ci SERVONO e di cui noi ci SERVIAMO per fare quello che dobbiamo
fare per SERVIRE qui. Non è meraviglioso pensare così? Noi qui non facciamo
altro che servirci delle cose e non facciamo altro che servire continuamente.
Quando lavoriamo serviamo, quando guidiamo la macchina ci serviamo della
macchina, quindi tutto ci serve per servire e basta! Posso servirmi di una
bella barca a vele se mi permetto e lascio che mi arrivino i soldi necessari
per lasciare che mi arrivino per la cosa di cui sento di poter servire bene. Se
servissi veramente e se fossi davvero in questo stato che “niente è mio ma mi è
in prestito”,“ sono qui per servire”,“ sono qui per godermela”, “mi servo delle cose che mi servono per
servire” la frittata sarebbe un bel po’ diversa. Non credete? Dico di vivere
pienamente questi pensieri fino alla carne, giù fino ad entrare nelle ossa, se
ancora vi sentite allo stato di soli corpi. Se servite per la cosa di cui vi servite non potete aver possesso di
quella cosa, nessuno viene a rubarvi o meglio a togliervi quella cosa, non
avete paura che qualcuno sia migliore di voi, chi venga per primo a
scavalcarvi. Non vi importa un fico
secco di nessuno e di tutto questo ambaradan sociale dell’italietta, di questa meschina
macchietta dell’europetta, di questa crisi finanziaria gestita dai soliti “cip
e ciop” e di tutte le stronzate dei tecnici economisti che si sentono nelle trasmissioni, non facendo altro che
alimentare un clima di schiavitù, povertà e di possesso! Solo di possesso!
Oh ma ragazzi qui se si vuole continuare in questa
lettura del blog è così! O si inizia a guardarsi oltre il mare o si rimane nel mare e ci si affoga come avviene
similmente per la camminata dei carboni ardenti … o arrivi oltre questa
camminata dei carboni ardenti oppure ti fermi e ti scotti, cadi a terra e ti
ustioni ancora di più. Questo è quello che sta succedendo a molti di noi e non
riusciamo a trovare la soluzione. Che soluzione si può trovare se si rimane nello
stesso punto ad ustionarsi? Nessuna. Si può solo aspettare la morte che viene a
liberarvi dai vostri possessi, dalle vostre limitazioni e da tutta la
consapevolezza sociale che non ha fatto altro che sfornare schiavi, schiavi e
solo schiavi!
Servire non significa essere degli stupidi, servirsi
delle cose non significa per forza darle in prestito. Servire non significa essere uno schiavo, “un servitore che lecca i piedi al padrone”.
Servire è la forma più alta di lavorare e questo concetto può essere prestato a
ogni forma di lavoro, mansione voi
vogliate occuparvi. Spesso cosa si fa quando si lavora? Si fa quel lavoro per
prendere la busta paga e poi ciao, a casa e chi c’è, c’è. “Io devo pur mangiare, il lavoro che faccio non mi piace, l’importante
è la busta paga anche se non è sufficiente con
i momenti di crisi che stiamo vivendo. Fanculo! Qui va tutto a rotoli! La
fine del mondo! La fine del mondo”. Bene fin quando si percepiscono questi
pensieri che, sapete, possono incorrere più o meno nella mente di tutti, visto
quello che fanno i social network, riescono ad instillare un’idea di recessione molto ma molto convincente a
tal punto che tutti ci credono ed ecco che la corsa al risparmio, la paura di
investire e tutto miseramente incomincia davvero a cadere. Ma di questo me ne
occuperò in un altro post sempre se avrò voglia di trattare argomenti così
noiosi che non servono a nulla se non a retrocedere.
Torniamo al discorso di questo post, ovvero se noi entriamo in quest’ottica e in questa prospettiva significa che possiamo finalmente liberarci dalla schiavitù del possesso.
Noi siamo qui sulla terra, sappiamo che tutto lo dobbiamo restituire, tutto c’è
in prestito, perfino il nostro corpo marcirà. Bene fine dei meccanismi di paura, fine della paura di accumulare, fine del possesso per tutto. Fine di tutto questo.
Quando si è liberi da questi meccanismi da schiavo allora non si soffre più. Lo
diceva pure il Buddha se non sbaglio, la via dell’attaccamento è la via della sofferenza. Attaccamento e possesso sono sinonimi o quasi ma il
processo è lo stesso. E’ un processo che vi fa stringere il cuore al tal punto
da non sentirlo più se non come mera funzione
organica che pompa sangue e stop. Capite?
Quindi più vi liberate da questi processi, potrebbero volerci anni o
forse tutta una vita ma SE intanto iniziate a togliere strati e strati di possesso,
spesso inconsci,più verrà a scoprirsi
quello che siete in realtà ovvero forme
invisibili in forme concrete, solide che
si trasformano continuamente e che potete trasformare a vicenda. Più in voi avviene questo processo
più siete tranquilli dentro di voi e allora la sicurezza non partirà dal fatto
di avere un conto in banca illimitato bensì partirà dal vostro profondo e se
questo avverrà, significherà aver radicato veramente la parte di sé più autentica al di là di tutte
le stronzate, di tutti i bei discorsi da salotto che molti credono mi piace
fare qui sul blog e di cui è bello “usare un po’ di fantasia esoterica” e
chissà cosa. Io ho visto persone trasformarsi, mi sono visto trasformare e mi
chiedo perché voi, lettori, non potete fare altrimenti. Volete le prove di
quanto dico? Cercatele, sperimentate questi suggerimenti. Vi potranno derubare,
ostacolare e quant’altro voi vogliate che facciano a voi e lì sarà la prova,
ovvero quella che riguarda voi al di là di tutti i bei discorsi. Non facciamoci
perdere questa occasione. Questa occasione ci sarà data solo se ricorderemo.
Grazie